domenica 7 aprile 2013

Paradigma

Dopo la lezione del corso ITCAAD n°6 dal titolo "Il Catalizzatore" il professor Saggio ci ha richiesto di estendere anche al paradigma informatico lo schema della mappa concettuale mostratoci a lezione.
Ho riflettuto molto sui concetti espressi e ho cercato di dare una mia interpretazione di quelli che potrebbero essere, a mio giudizio, i termini esemplificativi di tale paradigma.


PROGRAMMA
Cerimoniale, celebrativo / Omnicomprensivo / Mixitè polifunzionale

COSTRUZIONE: struttura
Continua / Puntiforme / Parametrica e ottimizzata

IDEA DI CITTA'
chiusa / aperta / cava e interstiziale

ESPRESSIONE
Sintetica, Figurativa, Unitaria / Analitica, Astratta, Frammentaria / Simbolica, Informativa, anti-kahniana

METODO
tipologico, per calare dentro la forma le attività / a-tiologico partire dalla attività / relazionale basato su sistema di interconnessioni che dominano i rapporti tra le parti

VISIONE
figurativa e relazione / astratta e assoluta / proattiva, assoluta, sensibile

CATALIZZATORE
prospettiva / trasparenza / relazione
Note

Mixitè polifunzionale: nel periodo del paradigma informatico oramai l'idea di un edificio che soddisfa appieno le aspettative poichè monofunzionale è desueta e sorpassata. Si è visto come edifici caratterizzati da una nuova polifunzionalità risultino perfettamente rispondenti alle continue trasformazioni del mondo odierno.

Parametrica e ottimizzata: se la già la struttura puntiforme aveva messo in luce i limiti di una struttura continua altrettanto è stato fatto nei confronti della prima dalle ricerche portate avanti negli ultimi anni.
Le ricerche sull'IT hanno messo in luce la possibilità di strutture parametriche e ottimizzate basate su un sistema generativo basato sulle relazioni tra dati.


Cave e interstiziale: all'interno della città vi sono oggi aree dalle forti potenzialità inespresse. Aree residuali o brown areas che si formano proprio nelle aree interstiziali nate dal ritiro della precedente città industriale. Una città quindi piena di "cavità" nel proprio tessuto che non attendono altro che la propria possibilità di riscatto.

Simbolica, informativa, anti-kahniana: l'architettura di oggi si base su un metodo nuovo né figurativo né astratto. Questo segna il passaggio da una comunicazione basata su sistemi asseritivi oggettivi a sistemi invece basati su un sistema di informazioni che lasciano spazio alla sensibilità e all'individualità del singolo. Il tutto spinto da una logica anti-kahniana che non pone la mera funzionalità quasi forza dominante dell'intero edificio.

Relazionale basato su sistema di interconnessioni che dominano i rapporti tra le parti: alla base del processo ideativo non ci si affida più né ad un sistema tipologico né ad uno a-tipologico che aprioristicamente determina la direzione da intraprendere.
Si preferisce invece, spinti da una visione informativa e comunicativa, affidarsi ad un complesso sistema di relazioni che come nella tessitura di una ragnatela, creano una struttura generativa primaria dalla quale, grazie al sistema di interconnessioni e input-output si giunge alla soluzione ottimale.

Proattiva, assoluta, sensibile: la visione che caratterizza il terzo paradigma è una visione, un approccio all'architettura sicuramente proattiva e propositiva nei confronti delle nuove crisi. Si sviluppa quindi una visione che inoltre è anche assoluta e sensibile, basata su un'estetica completamente diversa dal passato dove è la sensibilità stessa a poter cambiare la visione o la percezione di un determinato elemento, sia esso la "pelle" di un edificio, sia esso un sistema di elementi interconnessi nell'opera.

Relazione: intorno ai punti esposti sopra aleggia un termine che ho identificato come catalizzatore: "Relazione". Il terzo paradigma genera un sistema di riflessioni complesso, dove si supera l'imperante univocità del sistema di elementi che avevano dominato il paradigma precedente.
Ad un sistema che potremmo definire a compartimenti stagni se ne sostituisce uno dove nessun elemento è slegato dall'altro, ma risultano essere tutti intrecciati tra di loro in modo variegato e soprattuto non lineare. Proprio quindi ogni singola relazione che intercorre tra questi elementi è l'elemento catalizzatore che a mio giudizio genera la nuova estetica.

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