venerdì 22 marzo 2013

Architettura Parametrica | Waterloo Int. Station


La Stazione di Waterloo, situata nel cuore di Londra, è un terminal internazionale cruciale per il trasporto ferroviario; muove più di 15 milioni di passeggeri l'anno e occupa una superficie di 60.000 mq.
Nel 1993 è stata ampliata per diventare il centro principale di snodo degli Eurostar e garantire un veloce collegamento con Parigi e Brussels. I lavori progettati e realizzati dallo studio di architettura di Nichols Grimshaw e da vari team di ingegneri ad esso associato.

L'intento era quello di evocare nella nuova stazione l'immagine di una corrente fluida con rimandi all'epoca industriale ed a un nuovo tipo di sistemi di trasporto.
L'area concessa per l'ampliamento era abbastanza ampia solo per contenere 5 ulteriori binari, relegando tutti gli impianti elettrici su un lato e i camminamenti per i passeggeri dall'altro; il tutto situato in una zona particolarmente ventosa e che tendeva a stringersi nella parte più interna del lotto.

La copertura, della lunghezza di 400 m, è un esempio di grande perizia tecnica come si può notare dalla forma particolarmente asimmetrica, che segue la forma dell'are di progetto, che va via via rialzandosi per potersi adeguare alle altezze dei treni.
L'esterno è completamente rivestito in vetro e offre una vista notevole sulla città di Londra, in particolare sul Tamigi e su Westminster.


Strutturalmente il tetto è formato da gruppi di 3 corde d'arco che, fissate nello stesso punto, creano un sistema di arcate. Questa complessa struttura copre una superficie le cui dimensioni variano tra i 50 m di larghezza all'ingresso, che poi divengono 35 nella parte terminale posteriore della stazione.
Il tetto è flessibile, con un sistema precisamente studiato di lamine di vetro sovrapposte che possono contrarsi o estendersi a secondo delle sollecitazioni ricevute dalla copertura.
La struttura è formata da due diverse travature curve: una più larga nel lato più interno e una secondaria più piccola.
Il progetto è stato modellato da Lars Hesselgren con il software I_EMS e in un secondo tempo rimodellato da Robert Aish con il Microstation Generative Component.
Le travi sono state calcolate con un programma che modifica le misure di ogni modulo secondo un complesso sistema di equazioni pitagoriche; grazie ad esse è prodotta una superficie continua di sezione variabile, con altezze dei raggi proporzionali alle luci sostenibili da ogni elemento.

Il progetto, ed in particolare la sua copertura, mostra come, stabilito un sistema di variabili e tessute tra esse una serie di relazioni dipendenti dalle peculiarità del progetto, si possa generare una forma che sia figlia di tali interrelazioni tra elementi.
Si capisce quindi come l'Architettura Parametrica non sia solamente forma fine a se stessa, ma la forma sia solo l'elemento finale di un processo generativo particolarmente complesso in cui la forma è elemento importante ma non fine ultimo.

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