venerdì 22 marzo 2013

Architettura Parametrica | A Short History


Negli ultimi anni, la definizione "progettazione parametrica" è stata largamente usata all'interno della pratica architettonica, associato principalmente all'uso di avanzate tecnologie digitali in progetti complessi.
Tuttavia il concetto di "parametrico" e le sue applicazioni in architettura risultano essere ad oggi poco definite, relegando questa definizione più all'azione pratica legata all'utilizzo di determinati software che consentono la creazione di forme assai complesse, piuttosto che ad una chiara definizione del sistema di relazioni che intercorrono tra i vari "parametri" durante il processo ideativo-progettuale.

Il termine "progettazione parametrica", infatti, sta ad indicare una progettazione basata sull'adozione di "parametri". Secondo i dizionari ufficiali, la parola "parametro" si riferisce ad un dato che modifica una situazione, ma poiché tutti i progetti di edifici sono influenzati da condizioni esterne, questa definizione non riesce a dare una risposta esaustiva circa l'importanza dei "parametri" all'interno della progettazione architettonica.
Esiste anche una definizione matematica del termine che riconduce la parola "parametro" ad una scala di valori.
Questo significato venne introdotto da J.L. Lagrange nel 1774 per indicare delle equazioni differenziali che usassero delle variabili addizionali; tutto ciò venne poi implementato nella geometria analitica per l'elaborazione di curve complesse.

L'uso dell'elemento "parametro" all'interno del calcolo computazionale avviene durante gli anni '70, con il nascente metodo di descrivere delle curve attraverso equazioni parametriche, tramite il lavoro embrionale di Steve Coons (1967) riguardante lo studio di forme complesse e delle equazioni alla base della loro generazione.
In campo architettonico il primo a parlare della possibilità di un approccio parametrico alla progettazione architettonica fu Gross (1990), il quale affermò le grandi potenzialità dei "parametri" nell'elaborazione di forme complesse applicabili ad edifici.
Poco dopo, precisamente nel 1993, Serrano fu il primo a dare un esplicita definizione implicazioni che delle procedure "parametriche" generavano in ambito progettuale, portando a sostegno della sua tesi le sue idee per il completamento della "Sagrada Familia" di Gaudi mediante l'uso di modelli computerizzati basati sull'uso di superficie controllate digitalmente.

Ma fu solamente dieci anni dopo che le possibilità della "progettazione architettonica parametrica" furono ampiamente documentate ed analizzate nell'ambito di una tesi di dottorato al MIT.
Questo evento segnò una presa di coscienza riguardo le nuove possibilità riguardante le forme, riconoscendo i "parametri" come le variabili alla base della modellazione di componenti strutturali.
Inoltre, Dennis Shelden, capo del settore informatico nello studio di Gehry, nella sua tesi di dottorato (2002) al MIT, espose i processi di elaborazione utilizzati da lui per i suoi edifici e basati sulla "progettazione parametrica".

Un prematuro uso della parola "parametrico" è applicabile ad alcuni progetti non realizzati dell'architetto italiano Luigi Moretti, come ad esempio quello del 1960 da lui elaborato per uno stadio.
Per molti però il primo esempio di architettura parametrica nella storia è il "Padiglione Philips" ideato da Le Corbusier e Iannis Xenakis per l'Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1958.
A partire da questi primi embrionali studi, l'"Architettura Parametrica" ha pian piano trovato la propria completa manifestazione nelle forme e nei processi generativi messi a punto dai maggiori architetti dell'ultima decade che proprio su un sistema fondato su "parametri" e "relazioni" hanno concentrato i loro studi e le loro energie.

1 Comment:

danilo verticelli said...

Nel 1994 tenni una specie di conferenza a Faenza presso la locale associazione degli Architetti.
In quell'occasione (venivo dall'esperienza di esposizione presso Abitare il tempo insieme ad emeriti architetti del calibro di Portoghesi, Sottsass, Scacchetti, la Pietra, del tema "Camere con vista") mostrai diapo del mio modo di progettare che partiva dalla realizzazione in 3D di volumi deformati, secondo le possibilità del software utilizzato (allora 3D Studio) e dal ricavare il wireframe che poi veniva immesso, appositamente modificato, nel programma strutturale di calcolo (SAP80 e derivati).
In sostanza, seguivo queste cose fin da prima degli anni novanta.
ma non lo si sa.
Amen

Ing Danilo Verticelli

con Gharib-Villa (VR) i primi esponenti della corrente decostruttivista italiana.

 

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