sabato 21 aprile 2012

Compagni di strada | Ricerca del Bang | 2


Frank O. Gehry | Guggenheim Museum
Bilbao | 1991 - 1997

"Una nuova danza" | Bang: "Traiettoria"
Uno spazio di rilievo nelle trattastiche sull’architettura di fine XXI secolo è sicuramente occupata da quest’opera di Frank O. Gehry che ritengo sia capace di lasciare lo spettatore senza fiato e completamente rapito di fronte alle sue forme sinuose e alla sua potenza espressiva.
Sorge in un’area scelta dallo stesso Gehry, all’interno del tessuto cittadino di Bilbao, una delle aree più degradate e con un tessuto urbano completamente da riqualificare. Per l’architetto questa “intersezione” urbana risulta essere strategica, non solo per il recupero del settore lungo il fiume, ma per la riconversione dell’intera città.

In meno di dieci anni lo skyline della città di Bilbao cambia completamente. Le curve prepontemente si insinuano tra le maglie cittadine, le riconnettono, creano nuovi scorci visivi e prospettici, un’idea di paesaggio completamente nuova e mai prima sperimentata con una tale forza e capacità espressiva. L’acqua del fiume stessa sembra la forza che ha eroso l’edificio, lo ha modellato, quasi a plasmarlo così come lo conosciamo oggi, in una fusione concettuale totale tra architettura e paesaggio.



Il Bang
La ricerca architettonica portata avanti da Gehry a mio giudizio lascia esterrefatti, confusi, quasi smarriti di fronte ai suoi edifici, ad un primo approccio di difficile comprensione, ma che si colorano di nuove sfaccettature dopo un’attenta analisi della sua filosofia progettuale.
Come “bang” per quest’opera ho scelta una parola che, a mio giudizio, riesce ad esemplificare perfettamente ciò che Gehry cerca di comunicare: la “traiettoria”.
L’architetto smentisce completamente, nelle sue opere, la famosa citazione di Boccioni nella quale quest’ultimo afferma che: “la linea retta è il solo mezzo che possa condurre alla verginità primitiva di una nuova costruzione architettonica delle masse o zone scultoree" (Boccioni, 1913); per Gehry non è così. 
Egli scava a fondo, analizza, proietta nella sua mente il movimento, la traiettoria; si accorge che nelle opere stesse di Boccioni la linea retta è solamente descritta ma mai rappresentata, le stesse opere del futurista vivono di una tensione dinamica generata dalla linea che però nello spazio si deforma, si distorce, si incurva e definisce una spazialità che nulla ha a che vedere con la rigidezza e la bidimensionalità della linea retta.
Da questo che definisco il suo ”bang” Gehry genera architetture sinuose, che come il corpo di un ballerino generano traiettorie nello spazio tutt’altro che rettilinee.
I volumi si protendono verso l’infinito, si avvolgono tra di loro, si riconnettono in modo delicato e dolce a quello che è il paesaggio e il contesto urbano attorno a loro; l’architettura diventa “urbanscape”.
E nel caso del Guggenheim l’architetto ci lascia un’opera splendida che vive di enormi contrasti e che pare raccolta in se stessa, in attesa, come un ballerino pronto a danzare su di un palcoscenico.


Parole Chiave

MOVIMENTO | Curva

CONTRASTO | Linea curva | retta

TRAIETTORIA | Danza


LA DANZA | Metafora
Come un ballerino in attesa di spiccare l’ennesimo balzo, il Guggenheim è lì, in attesa, pieno di vitalità e forza, quasi fosse pronto anch’esso ad un balzo nell’infinito, nella sue energia trattenuta. Le sue forme curve, sinuose, sembrano proprio danzare nello skyline metropolitano; la linea generatrice non è più retta come invocavano i futuristi, ma è curva, dinamica. Si pone di fronte a noi un’edificio nuovo, diverso rispetto al passato, dove gli scorci prospettici e visivi sono nuovi e differenti.
Proprio come se stesse danzando i suoi volumi si piegano, si incurvano, si fanno carico di una tensione dinamica incredibile, come se fossero dei muscoli tesi pronti per eseguire un nuovo balzo o una nuova presa, pronti a lasciarsi andare ad una danza sotto la luce del sole.

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