giovedì 12 aprile 2012

Approfondimento | Blurring

Visto l'interesse dimostrato da qualche collega riguardo la mia presentazione (Urban Voids | Ricerca della Metafora), in particolare riguardante l'approfondimento su Peter Eisenman e il blurring, ho deciso di aggiungere qualche nozione sul blog, affinchè chiunque possa averne accesso.

Eisenman e la "Casa Guardiola".


Durante la stesura del progetto per la "Casa Guardiola" Eisenman è alla ricerca di nuove soluzioni e nuove strade formali e linguistiche da esplorare.

Concluso il ciclo delle sue case numerate si trova di fronte ad un nodo cruciale della sua opera architettonica, fino a quel momento particolarmente incentrata sulla teoria e sulla ricerca che non sull'applicazione pratica di un nuovo modo di progettare.


Eisenman in questo momento introduce in architettura un nuovo concetto, che tanto darà dal punto di vista dell'ispirazione alle generazioni future: il "blurring".
L'uso sapiente di questa tecnica concentra di nuovo l'attenzione del mondo architettonico su un elemento che i progettisti, da decenni ormai, avevano abbandonato, incentrando su altro le loro ricerche.
Stiamo parlando del Movimento.
Mentre infatti tutte le arti del '900, in particolare nella prima metà, pongono la ricerca del movimento alla base della propria essenza, l'architettura ne rimane estranea incentrando la sua attenzione su altri temi.

Due opere, per lo più dello stesso anno possono considerarsi fondamentale per esemplificare quest'attenzione verso il movimento | dinamismo:
- "Dinamismo di un cane al guinzaglio" | Giacomo Balla (1912)
- "Nudo che scende le scale" | Marcel Duchamp (1912)

Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912)


"Data l'esistenza della fotografia e della cinematografia, la riproduzione pittorica del vero non interessa né può interessare più nessuno." 
(Giacomo Balla 1871-1958)


Esponente di spicco dapprima del divisionismo, una corrente dell'impressionismo, nel primo decennio del XX secolo Balla si avvicina alla corrente futurista di Filippo Tommaso Marinetti, diventando uno dei firmatari del cosidetto "Manifesto Futurista".

Da sempre appassionato di fotografia e tecniche fotografiche, passione ereditata dal padre, Balla dedica i suoi anni futuristi (che poi rinnegò) alla ricerca su uno dei termini cardine della filosofia futurista: il "Movimento".

Proprio nel 1912 dipinge una delle sue opere più significative: "Dinamismo di un cane al guinzaglio", oggi conservato all'Albright Knox Art Gallery di Buffalo.

Nell'opera un cagnolino viene condotto al guinzaglio da una figura femminile, della quale però sono visibili solamente i piedi.

Si tratta della rappresentazione analitica delle fasi successive di spostamento di un corpo sullo stesso piano, attraverso la ripetizione delle parti in movimento, che, in questo caso, sono, le zampe e la coda del cane e i piedi della donna.

La padronanza con il quale egli gestisce questa ricerca, implica, come già abbiamo detto una sicura e consapevole conoscenza della fotografia, in particolare della cronofotografia di Marley; i colori di varie tonalità di verde chiaro conferiscono al dipinto un taglio ludico ed ironico.

La visione reale e fotografica viene suggerita dalla tecnica del monocromo e quella puntinistica (di matrice divisionistica).

Nudo che scende le scale (1912)


"Mi sono costretto a contraddirmi per evitare di conformarmi ai miei stessi gusti". 
(Marcel Duchamp 1887-1968)

Da questa sua citazione traspare l'eclettica personalità di questo pittore, sculture e scacchista francese.
Sicuramente una delle mente più geniali e interessanti di tutto il secolo passato, con una carriera artistica che partendo dal cubismo e dal fauvismo, lo vide animatore del dadaismo e del surrealismo, inventore dell'arte concettuale, attraverso il ready-made e l'assemblaggio.

Il "Nudo che scende le scale", conservato al Philadelphia Museum of Moderna Art, assieme al contemporaneo "Giovane triste in treno", è una delle opere più affascinanti di Duchamp sul tema del "Movimento".
L'immagine del nudo, che emerge da una sapiente scomposizione dei piani e delle forme della figura, è caratterizzata da una netta accelerazione del movimento, in cui lo spazio è definito da lamine parallele che traducono lo spostamento del corpo in una successione di fasi.
Duchamp utilizza la "fissazione" fotografica per ottenere la dinamizzazione delle forme astratte, sperimentando nuove scoperte nel campo della cinetica.

L'opera valse a Duchamp l'esclusione da una mostra cubista dello stesso anno, poichè considerata troppo incline al futurismo e poco aderente agli stilemi cubisti.

Non solo le arti si occuparono di ciò, anche la nascente psicologia elaborò una corrente volta ad analizzare le forme, il movimento e la percezione dello spazio e del tempo in relazione ad esso, parliamo della "Psicologia della Gestalt".

"Psicologia della Gestalt"

Fondata da Kurt Koffka, Wolfgang Köhler  e Max Wertheimer, che sono stati certamente i principali promotori e teorizzatori scientifici di questa corrente di ricerca in Psicologia. I loro studi psicologici si focalizzarono soprattutto sugli aspetti percettivi e del ragionamento/problem-solving. La Gestalt contribuì a sviluppare le indagini sull'apprendimento, sulla memoria, sul pensiero, sulla psicologia 
sociale.

E proprio in questo clima così effervescente, dinamico, pieno di sperimentazioni, l'architettura rimane a guardare, non avendo, all'interno della sua cerchia, nessuno in grado di cogliere il seme di tali sperimentazioni e riproporle nella composizione architettonica.
E' Eisenman che rompe questo silenzio con la sua opera, dove finalmente, con un ritardo superiore al mezzo secolo, il movimento, il dinamismo, irrompono prepotentemente nel lavoro dell'architetto.

Ne nasce un’architettura che ha nel movimento la sua forza intrinseca; il progetto si snoda infatti attorno
al movimento ondulatorio di una “L” che ruotando, si duplica, si sfoca, si frammenta, si trasla, sia nella 
pianta e sia nell’alzato.
Eisenman quindi unisce a ciò sapientemente il suo background architettonico, fatto di scavi, sottrazioni, di impronte impresse nel cemento.
La casa è anche in totale connessione con l’ambiente naturale che la circonda, rappresentato dal mare e dalla scarpata sulla quale poggia. Il dinamismo, il movimento vengono qui interpretati in una nuova chiave che dà, a questi due termini | concetti, nuova linfa da cui attingere alla fine del secolo scorso.

Eisenman, quindi, aggiungendo una tecnica innovativa, dà una risposta concreta alla necessità di rinnovare uno dei cardini dell’architettura: il Movimento.

Questa tecnica è il “blurring” o sfocamento, legato alle potenzialità del "movimento stroboscopico".

Motion Blur | Blurring


Il motion blur è, all'interno di un immagine, l'apparente "striatura" generata da un rapido movimento, sia che si parli di immagine statica, di filmato o animazione.
E' generato dal cambiamento ad esempio di posizione di un oggetto durante un singolo frame, che può essere catturato sia tramite un movimento brusco della fotocamera (metodo accidentale), oppure tramite un'accurata regolazione della "shutter speed", o tempo di esposizione.
Il tempo di esposizione non è altro che la quantità di tempo nel quale l'otturatore della macchina fotografica rimane aperto per consentire alla luce di raggiungere la pellicola o il sensore; si misura in frazione di secondo.

Nella fotografia d'azione o sportiva è spesso richiesto il blur per enfatizzare la velocità di un soggetto (come lo scatto di un atleta).
Per evitare la perdita di dettaglio del soggetto principale si utilizza il panning, una tecnica che consiste nel far muovere la fotocamera cercando di seguire il percorso dell'elemento in movimento.
Con una pratica sufficiente è possibile realizzare una foto nella quale il soggetto appare fermo mentre lo sfondo presenta l'effetto mosso.

Nella fotografia artistica si parla invece di "blurring creativo", ove il fotografo abbia desiderato utilizzare l'effetto del mosso per raggiungere uno scopo estetico che si prefiggeva o per esprimersi anche tramite questa tecnica.

Movimento Stroboscopico


Uno dei primi ad occuparsi del cosidetto "movimento stroboscopico" fu Wertheimer.
Egli praticò esperimento sul "fenomeno phi", un caso di applicazione del movimento stroboscopico in cinematografia.

Volendo dare una definizione di esso possiamo dire che con "Movimento Stroboscopico" si intende la percezione di movimento a seguito della presentazione a intervalli temporali di stimoli statici, o, più semplicemente, è la percezione di movimento apparente generata da una successione di immagini in rapida sequenza.
Nel movimento stroboscopico le immagini devono avere caratteristiche tali da essere considerate simili tra di loro, poichè per poter essere unificate dall'osservatore devono essere tra di loro vicine e abbastanza somiglianti.

Il solco quindi, prima che in architettura, era stato tracciato per tutto il corso del XX secolo.
Eisenman lo cattura, lo rielabora, lo comprende e fa suo.
Solo dopo questo processo di studio, comprensione, identificazione, elaborazione, riesce a portare avanti una ricerca architettonica su questi temi, che sfoceranno nelle sue opere più mature e note al grande pubblico.

4 Comments:

Dhaula Pendola said...

Veramente interessante :)

Valerio Perna said...

Grazie mille per il commento. :)

Gigi said...

che ne pensi di questa chronofotografia:
http://a401.idata.over-blog.com/494x500/2/82/06/14/chevaux-leonard-vinci/dessiner-peindre-animaux-cheval-approches-tec-L-1.jpeg

Penso che in un certo senso Duchamp ha sempre lavorato sul movimento ma se guardi un opera come il ready-made roue de bicyclette, al livello grafico/compositivo è super statico, ma il movimento è suggesto intelletualmente, come desiderio (perchè nel museo è vietato), in fatto lui aveva l'abbitudine di farla girare a casa sua.

Grazie per il commento tuo.

Valerio Perna said...

La cronofotografia che mi hai linkato di Leonardo è veramente molto bella. :)

Per quanto riguarda Duchamp hai ragione; in lui il movimento, anche in molte opere ready-made, non è esplicito ma concettuale.
Alla spazialità cubista, multi-prospettica, Duchamp aggiunge la temporalità propria della concezione futurista, il movimento, ma con un interesse del tutto opposto e antitetico a quello dei futuristi. Se per i futuristi il macchinismo è l’esaltazione del progresso, per Duchamp, al contrario, rappresenta un regresso. Infatti le "macchine inutili" come i readymade, sono congegni che mettono a nudo la strumentalità del pensiero e del linguaggio, rompono i rapporti causali tra gli oggetti e gli eventi e ci mettono di fronte a un mondo spazio-temporale diverso da quello che siamo abituati a cogliere, con i nostri sensi.

Parlando di opere di Duchamp che ne pensi di questa? :)

http://www.boiteonline.org/wp/wp-content/uploads/2009/09/conrumoresegreto19161.jpg

E del "Grande vetro"?
http://static.festivalartecontemporanea.it/ca/50/Grand_ca50b6fdcf7e5feee5a03608cdf81465/Grande%20Vetro_Duchamp_x700_4bb58dc55b07259a37d9c84cfdf1820f.jpg

 

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